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Pantani: la distruzione di un mito



Agli incubi
Che rendono impossibile la felicità
 
Non tutti forse sanno che nel mondo c’è un sotto-mondo, un mondo sotterraneo. Un mondo sconosciuto ai più. Un mondo che talora si rivela e che paurosamente, orribile, viene su. Viene su per far soffrire.
Dapprima vagisce e si agita nelle fogne, nei tombini, nelle cloache, nei ristagni d’acqua ma poi cresce e si insinua, serpenteggia su per le tubature e viene in superficie. Viene su consapevole della sua forza a rapire, a distruggere e ad uccidere.
Per anni, per decenni anche, se ne sta là sotto in attesa silenziosa di una nostra debolezza per infettarci poi col morso dei suoi esseri notturni, delle creature dei suoi incubi notturni.
E’ come se laggiù sotto la superficie di questo nostro mondo se ne fosse partorito un altro. Come se invisibili cordoni ombelicali percorressero le nostre città da una parte all’altra alimentando inconsapevoli pedine del proprio veleno.
 
Questo è il mondo del Male.
 
Il Male quando affiora opera in modo violento, ma qualche volta perfido si finge Bene: agisce come se fosse Bene, ma va nella direzione opposta, verso quella che porta a ripetere il “salto originario”.
E forse questa è la figura più alta e più sofisticata del Male. Il modo più maligno di colpire ciò che lo disturba: il Male che t’induce a ripetere la caduta dell’origine.
 
Il Male non ama i miti: i miti insegnano, indicano ciò che è giusto e ispirano i giovani e le masse verso la positività del Bene.
Per questo il Male ha paura dei miti.
Ma il Male sa-già-in-anticipo, pre-vede. E già da lontano inizia a combatterli, perché i miti hanno la forza di stanarlo dalle città e dagli angoli sporchi, dai rifiuti del mondo, dal buio della mancanza di speranza, dove il Male


 
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Fabrizio Ulivieri